non Giudicare gli altri
Vediamo ora gli ammonimenti che la Parola di Dio indirizza a quanti giudicano per superbia, maldicenza, ipocrisia, o spirito di parte.
Gesù disse: "Non giudicate, affinché non siate giudicati; perché con il giudizio con il quale giudicate, sarete giudicati; e con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi.
Perché guardi la pagliuzza che è nell'occhio di tuo fratello, mentre non scorgi la trave che è nell'occhio tuo? O, come potrai tu dire a tuo fratello: "Lascia che io ti tolga dall'occhio la pagliuzza", mentre la trave è nell'occhio tuo? Ipocrita, togli prima dal tuo occhio la trave, e allora ci vedrai bene per trarre la pagliuzza dall'occhio di tuo fratello."
(Matteo 7:1-5)
"Ciascuno di noi renderà conto di sé stesso a Dio. Smettiamo dunque di giudicarci gli uni gli altri; decidetevi piuttosto a non porre inciampo sulla via del fratello, né a essere per lui un'occasione di caduta."
(Romani 14:12,13)
"Non sparlate gli uni degli altri, fratelli."
(Giacomo 4:11)
"Il servo del Signore non deve litigare, ma deve essere mite con tutti, capace di insegnare, paziente. Deve istruire con mansuetudine gli oppositori nella speranza che Dio conceda loro di ravvedersi per riconoscere la verità, in modo che, rientrati in sé stessi, escano dal laccio del diavolo, che li aveva presi prigionieri perché facessero la sua volontà."
(2 Timoteo 2:24)
"Sbarazzandovi di ogni cattiveria, di ogni frode, dell'ipocrisia, delle invidie e di ogni maldicenza, come bambini appena nati, desiderate il puro latte spirituale, perché con esso cresciate per la salvezza, se davvero avete gustato che il Signore è buono.
Accostandovi a Lui, pietra vivente, rifiutata dagli uomini, ma davanti a Dio scelta e preziosa, anche voi, come pietre viventi, siete edificati per formare una casa spirituale, un sacerdozio santo, per offrire sacrifici spirituali, graditi a Dio per mezzo di Gesù Cristo."
(1 Pietro 2:1-5)
È importante per prima cosa lo spirito e l'attitudine che abbiamo nei confronti di coloro che esaminiamo. Se giudicare significa liquidare una persona considerandola come un avversario, oppure misurare gli altri secondo il nostro metro di giustizia anziché quello stabilito da Dio, allora questo non ci è permesso.
D'altra parte, interpretare le parole di Gesù come una proibizione di costatare la realtà e di valutare, sarebbe un malinteso. In Levitico 19:17 è scritto: "Non odierai il tuo fratello in cuor tuo. Riprendi pure il tuo prossimo, ma non ti caricare di un peccato a cagione di lui". Qui si parla della riprensione fraterna che potrebbe essere applicata a chiunque, purché si è animati dall'amore e dal desiderio di poter vedere il bene dell'altro.
Esortare umilmente il prossimo al ravvedimento, non significa giudicare dando una frettolosa condanna; significa desiderare che la volontà di Dio sia fatta sulla terra come è fatta nel cielo; significa voler aiutare il prossimo ad aprire gli occhi per essere redento e godere della comunione con Dio.
Riguardo alle dottrine professate pubblicamente da organizzazioni, ordini, chiese, etc., abbiamo il dovere di essere chiari, fermi ed univoci. In questi casi non vi è pericolo di fraintendimenti, perché Gesù ha detto che molti falsi profeti verranno sotto il suo nome, che i "lupi rapaci" si travestiranno da agnelli, che non chiunque lo chiama "Signore" dimostrerà di appartenere a Lui, ma chi fa la volontà di Dio.
Quanto poi al giudizio all'interno della chiesa, da parte dei conduttori, esso è permesso per esortare a vivere in modo santo (1 Corinzi 5:9-13; cfr. anche Matteo 18:15-17, 1 Timoteo 5:19).
Questo non significa che dobbiamo diventare giudici degli altri, osservando e additando i loro sbagli, anzi dobbiamo badare prima di tutto alla nostra vita (leggi Luca 6:42), e poi esortare nell'amore del Signore quei fratelli che si conducono in modo sbagliato davanti a Dio, pregando Dio per loro (1 Giovanni 5:16, 2 Corinzi 2:5-11).